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Valè era un amico che non c’è più.

Lo ricordo spesso, però, quando sento il bisogno di una carezza.

Lui ha realizzato la lizza in marmo che vedi nella foto.

L’ho conosciuto già anziano, nato prima della seconda guerra mondiale.

In lui convivevano la ruvidezza e la purezza degli uomini della sua generazione.

Da bambino, nell’esplosione di un petardo, aveva perso una mano e per questo portava una protesi.

Era stato anche un accanito fumatore e il suo amore per il fumo gli aveva regalato un tumore alla laringe.

Parlava grazie a un laringoscopio nascosto da un foulard.

Non era facile capire cosa diceva.

In seguito abbiamo imparato a parlarci con gli occhi.

Al tempo in cui ci siamo conosciuti trascorreva le mattine in un bar all’interno di un albergo.

Arrivava presto e se ne andava poco prima di mezzogiorno.

Valè era un tipo dispettoso.

La mattina era sempre il primo ad arrivare per sottrarre i quotidiani a un cliente che odiava. Rimaneva con i giornali aperti sul tavolo, fingendo di leggerli, fino a che l’altro non se ne andava sconfitto.

Valè beveva il mez e mez: mezzo bicchiere di vino bianco e mezzo di gassosa.

Nel gruppo di pensionati che stazionavano al bar era d’uso offrire un giro a testa.

Il mez e mez era l’unico modo per non ritrovarsi ubriachi a metà giornata.

Mangiava come un uccellino.

Di prima mattina andava in un negozio di alimentari e si faceva fare un quadratino di focaccia con il prosciutto cotto. O meglio, due: uno per lui e uno per me.

Arrivava con il cartoccio in mano e me la posava davanti. Senza una parola, solo un sorriso. Non c’era un motivo per il quale lo faceva. Solo un gesto di condivisione, un silenzioso ti voglio bene.

Una mattina Valè non si è presentato al bar. Se n’è andato in pochi giorni. Ho saputo della sua morte dopo il funerale.

Sono andato a cercare la tomba al cimitero.

La fioraia lo conosceva e me l’ha indicata. Ho scoperto allora che il suo vero nome non era Valè. Anche quello nella foto non gli assomigliava.

Credo che non sia morto.

Ha fatto uno dei suoi soliti scherzi.

Se avete un bar e un signore anziano senza una mano vi chiede un mez e mez, quello è il mio amico Valè.

Tenetelo d’occhio perché è un tipo dispettoso.


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