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Tic tac Tic tac Tic tac

Il tempo mi scivola addosso appiccicoso come la lingua di un rospo. Avverto il fastidio della bava sulla pelle.

Con il passare degli anni, dopo avere attraversato l’infanzia, l’adolescenza, la gioventù e l’età adulta, avviato verso l’ultima fase della vita, osservo la sua marcia sempre più stupito.

Lui corre e cambia i contorni del mondo. Cambia il mio corpo, i tratti del viso, il colore dei capelli. La vista cala, ho meno forza, i muscoli sono meno turgidi e hanno meno resistenza. Ho più dolori, urino più spesso la notte, ho il colesterolo alto e ho più rughe.

Tutto questo accade al mio corpo, non alla mia mente. Lei non è invecchiata. È resistente, agile e scattante. Non sente la fatica. Elabora, progetta ed edifica storie meravigliose. In lei vivono mondi infiniti, personaggi e arcobaleni dai colori tanto sgargianti da fare impallidire la notte.

Dentro sono un leone che dall’alto osserva il terreno di caccia e sa di esserne il Re.

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Io non sono ciò che vedo.

Vorrei vivere all’infinito, cambiare questo corpo quando sarà inutilizzabile, entrare in un altro, giovane e forte come mi spetta, e continuare il cammino senza fermarmi mai.

Sono stanco fuori, non dentro. Ho ancora tante cose da fare. La mia testa è affollata di progetti. C’è entusiasmo in me.

Amo la vita e ciò che mi ha dato. Amo i miei figli, il mare al tramonto e il bosco zuppo di rugiada la mattina. Amo l’odore del caffè e delle paste appena sfornate. Amo andare a funghi in autunno, la sera davanti al camino in inverno, il ridere assordante della natura in primavera e la sabbia rovente che mi brucia i piedi in estate.

Amo questo mio mondo e pretendo la vita eterna.

Tic tac Tic tac Tic tac

L’orologio non si ferma.

Ascolta le mie proteste e ride.

Lui non sa che un giorno avrà il mio corpo, ma non la mia mente.

Lei continuerà a vivere. Non so dove, non so come, ma lei vivrà.

Lei è eterna.


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