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Ugo se n’è andato.

Era piccolo e sgraziato, con le gambette da pettirosso e il torace da bulldog, ma, a dispetto delle apparenze, era un latin lover.

Si buttava sulle cagnette come se non ci fosse un domani.

Eccolo allora in groppa a pastori tedeschi, labrador, barboncine e pitbull, indomito e inarrestabile.

Lo abbiamo trovato per strada e adottato.

Al tempo viveva con noi una cagnolina di nome Luna. Era stata avvelenata.

Il veterinario era riuscito a salvarla, ma ne era uscita malconcia.

Trascorreva le giornate sdraiata nella sua cesta.

Mi consigliarono di prendere un altro cane per stimolarla.

Ugo, il latin lover di Molicciara, entrò così in casa nostra con la forza di un ciclone.

Era selvaggio e indomabile come lo sono i cani che hanno vissuto per strada.

Un mezzo teppista (data la dimensione) dal pelo biondo.

Ci provava con Luna venti volte il giorno, ma con lei il fascino latino non funzionava.

Divennero però grandi amici.

Luna morì dopo tre anni e una parte di Ugo se ne andò con lei.

Un velo di tristezza era calato su di lui per non lasciarlo più.

Restava per ore sdraiato accanto alla cesta dove dormiva lamica.

Oggi Ugo ci ha lasciato.

Non conosco la sua età precisa.

Presumo diciassette anni.

Ha avuto una vita lunga e bella.

È stato amato e coccolato.

Viveva con i miei genitori che lo accudivano come un figlio.

Non gli è mai mancato nulla, di certo non l’affetto.

Era stanco, Ugo.

Il suo tempo era arrivato.

Da tre giorni ormai era in agonia.

Non è stato facile prenderlo e portarlo dal veterinario, accompagnarlo nell’ultimo viaggio.

Sapevo che non c’era più nulla da fare, ma mi andava l’idea di immaginarlo mentre balzava sul sedile e abbaiava a perdifiato come faceva sempre: Te l’ho fatta! Paura, eh?

Ma Ugo non mi ha fatto lo scherzo. Se n’è andato mentre lo accarezzavo e gli promettevo che ci saremo rivisti un giorno.

Sai perché è così bastarda la morte? Perché la rinneghi, non ci pensi, e quando arriva non ti avverte.

E allora ti ritrovi a pensare che avresti potuto fargli una carezza in più, rimproverarlo un po’ meno e dirgli che per te non era un cane, ma un buon amico che ora non c’è più.

Buon viaggio, amico mio, mi mancherai.


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